Alexis Bétemps

in Grimaldi Piercarlo (A cura di), Parlandone da vivo, Omega Edizioni, Torino, 2007.

Il 30 agosto 1869, in val di Sesia, a Varallo, durante un’assemblea straordinaria del Club Alpino Italiano, il membro onorario Aimé Gorret « …giunto dai monti a seduta cominciata…»(1)Dal verbale della seduta, in “Bollettino del CAI”, N. 16, 1869., dichiara, dopo aver ricordato le numerose ricerche compiute da alpinisti-scienziati nel campo della geologia, della botanica, della zoologia, ecc. che «ci restano da studiare talune caratteristiche delle valli, i costumi, le abitudini, le tradizioni, i bisogni e i pregiudizi delle popolazioni; dobbiamo altresì cogliere le labili tracce dei monumenti e delle civiltà del passato; ci resta da ricostruire l’intima storia delle valli»(2)I tre discorsi di Varallo, in “Bollettino del CAI”, N. 16, 1869..

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Archives BREL. Assessorat Education et Culture, RAVA.

L’abate Gorret ha solo trentatré anni ma gode già di un grande prestigio negli ambienti alpinistici per la sua intelligenza, la sua cultura, il suo senso dell’umorismo, la sua naturale bontà, la sua semplicità montanara e, soprattutto, per il suo ruolo determinante nella conquista del Cervino, versante valdostano. Era in compagnia, ricordiamolo, di Antoine Carrel e di due altre guide di Valtournenche e impegnato in una epica sfida con l’inglese Whimper, partito da Zermatt, che vincerà la gara ma vedrà la sua spedizione mutilata dalla morte di quattro suoi membri, sulla strada del ritorno.

In Valle d’Aosta, si diceva che a Valtournenche, ai piedi del Cervino, prima o dopo il battesimo poco importa, i genitori scagliassero il neonato maschio contro una parete rocciosa: se si fosse aggrappato, ne avrebbero fatto una guida, altrimenti un prete…Probabilmente, quando nel 1836 il padre lanciò il piccolo Aimé questi si aggrappò in un primo momento, poi si lasciò cadere poiché divenne prete e alpinista.

Nato in una famiglia modesta, Aimé ebbe un’infanzia laboriosa, come tutti i bambini di allora: pastorello a Cheneil, qualche lavoretto in famiglia, il catechismo, lo studio, per il quale denota attitudini spiccate, e le corse attraverso le pietraie con i suoi coetanei. Giovanissimo, incontra i suoi primi inglesi. Con l’umorismo che gli è proprio, racconterà in seguito di aver conosciuto moltissimi inglesi in generale, ma anche inglesi-tedeschi, inglesi-svizzeri, inglesi-francesi e perfino inglesi-italiani!

Dopo le elementari, entra nel collegio Saint-Bénin di Aosta e dopo cinque anni di studio e di lontananza dal suo ambiente natio, scrive:”Mi trovo escluso dal mondo contadino senza altre prospettive, senza porte aperte né altri sbocchi altrove.”(3)Aimé Gorret, Autobiographie, in Autobiographie et écrits divers. È sotto questo titolo che nel 1987, Lin Colliard, su domanda dell’amministrazione comunale di Valtournenche, raccoglierà i suoi numerosi scritti sparsi su varie riviste, l’autobiografia allora inedita ed un’ampia nota bio-bibliografica. Un secondo volume, pubblicato con il succitato, Maximes et aphorismes raggruppa riflessioni, citazioni e tutti i principali scritti sull’abate.

Con un minimo di risorse economiche, la sua scelta sarebbe stata fra la medicina e la teologia, ma in quanto povero, non aveva scelta. Sarà un giovane prete, grande e forte, dalle maniere un po’ rudi, lavoratore infaticabile che sarà presto soprannominato “l’ours de la montagne”.

Amante della buona cucina, le poche volte che può permettersela, estimatore del buon vino di cui abusa volentieri, naturalmente sensibile al fascino femminile, spontaneo e diretto nelle parole e nelle reazioni, dotato di un senso dell’umorismo accentuato e accompagnato da una penna caustica, non è proprio fatto per intendersi con la gerarchia ecclesiastica del tempo, piuttosto rigida e conformista.

Con l’ordinazione, comincerà per Gorret una vita da nomade, in qualità di vicario, nelle innumerevoli parrocchie valdostane. Sarà l’occasione per lui di confrontarsi con il carattere talvolta scorbutico di vari parroci, di familiarizzare con le diverse tradizioni popolari e di intraprendere numerose scalate su tutte le montagne della la Valle d’Aosta.

Nel 1881, dopo l’ennesimo screzio con la gerarchia ecclesiastica, Gorret decide di partire per Grenoble dove sarà parroco di Saint-Martin de-Clelles e poi di Villard-Raymond, e di Saint-Christophe-en-Oisans, “per scoprire montagne sconosciute”, almeno così dice… Dopo tre anni, ritorna in Valle, di colle in colle, e sarà nominato rettore a Saint-Jacques, villaggio sperduto dell’alta val d’Ayas, dove per vent’anni eserciterà la sua missione nella povertà e nell’isolamento. Ed è da Saint-Jacques che invierà ai vari giornali le sue corrispondenze firmate “l’Ermite de Sait-Jacques” oppure “l’Ours de la Montagne”. Muore nel 1907, all’età di settantun anni nel priorato di Saint-Pierre dove si ritrovano i sacerdoti anziani, inabili alla missione e con risorse finanziarie modeste.

Malgrado il suo carattere o, forse, proprio per il suo carattere, ebbe molti amici ed ammiratori sinceri, a cominciare dal re d’Italia Vittorio Emmanuele II, fedele compagno di escursioni, di battute di caccia e di bisbocce.. Come già detto, era molto apprezzato negli ambienti alpinistici, soprattutto da chi, oltre che amante della montagna, era anche studioso di qualche disciplina: lo storico Luigi Vaccarone, il geologo Martino Barretti, il restauratore del castello di Issogne Alfredo d’Andrade, gli scrittori Francesco Pastonchi e Guido Rey, il presidente del Club Alpino Francese Henri Ferrand, l’alpinista inglese Richard Henry Budden, il rettore dell’ospizio del Piccolo San Bernardo Antoine Chanoux, il confratello prete-scrittore-alpinista Joseph-Marie Henry.

Pur essendo straordinariamente dotato per la scrittura, la sua produzione scientifica e letteraria è relativamente limitata. Il Gorret collabora con giornali locali, ma anche con riviste prestigiose come il Bollettino del CAI, “Le touriste” di Firenze, la Revue Alpine di Lyon. Scrive una “plaquette” dedicata all’amico re, “Victor Emmanuel II sur les Alpes. Notices et souvenirs(4)Casanova, Torino, 1878 e, con Claude Bich, un Guide de la Vallée d’Aoste, guida turistica esemplare, rimasta ineguagliata.

Oltre che produttore, sarà anche l’ispiratore di una abbondante letteratura aneddotica, scritta e, soprattutto, orale, probabilmente ancora in espansione, che può essere considerata un vero e proprio leggendario sull’abbé Gorret.

Con i suoi tre discorsi di Varallo, l’abbé Gorret lancia l’invito a tutti gli alpinisti di occuparsi delle tradizioni delle popolazioni alpine. Purtroppo, il Gorret rimarrà in buona parte inascoltato: pochi sono gli articoli d’osservazione etnografica che troviamo sulle pagine della rivista del CAI per i primi cinquant’anni della sua esistenza. E ciò, nonostante che il Gorret abbia dato l’esempio, inaugurando un genere letterario nuovo e originale: la descrizione di percorsi alpinistici arricchita da testimonianze etnografiche occasionali e riflessioni sulle tradizioni alpine.

Per il Gorret, un’escursione o una scalata sono un percorso di scoperta: il muretto che sostiene il sentiero, il campo di grano appena mietuto, il montanaro che irriga un prato, una zolla di fiori rari, una roccia dal colore particolare o una stalla d’alpeggio in rovina. Tutto merita di essere osservato con attenzione, studiato e spiegato. Ognuna di queste cose merita una piccola deviazione di percorso, un po’ di tempo per vedere, uno sforzo supplementare per meglio comprendere. Non è l’altezza della montagna scalata che conta, né la sua fama, né il tempo impiegato per l’ascesa e neppure il fatto di essere stati i primi a violarne la vetta. Per il Gorret, la montagna è innanzi tutto un piacere complesso che si impara ad apprezzare ed un’occasione di arricchimento culturale e morale. Questa è la principale differenza fra il Gorret e gli “inglesi”.

In un articolo del 1871, pubblicato su Bollettino del CAI, “De Châtillon d’Aoste à Domodossola”, Gorret ci propone una scorazzata fra i colli che collegano le due località. Passando vicino all’alpeggio di Cheneil, parla dei suoi ricordi di pastorello, dell’alimentazione, dei giochi, delle favole, poi, ad Ayas, ci parla del costume femminile tradizionale. A Gressoney, parla delle tradizioni, talvolta un po’ rudi, dei Gressonari, e, arrivando ad Alagna, descrive il coraggio delle donne valsesiane intente a falciare l’erba in cenge impervie, sui bordi di pericolosi precipizi. E alla fine dell’articolo, il Gorret ci confida:”Certamente, il mio modo di viaggiare non piacerà a tutti; qualcuno, penso in primo luogo ai cosiddetti scienziati, scuoterà le spalle con sufficienza; eppure io provo piacere e trovo una certa utilità nella descrizione di costumi, tradizioni e abitudini; piacere perché si scopre sempre qualche cosa di nuovo e la novità piace; utilità per la luce nuova che usi, costumi e tradizioni proiettano sulla storia, sulle antiche religioni, sulle migrazioni e sulle sedimentazioni periodiche di nuove popolazioni.

Purtroppo, Gorret ha scritto solo una minima parte di quello che ha visto, osservato e   studiato. Le traversie della vita, il suo carattere, la sua missione religiosa, le innumerevoli delusioni ne hanno limitato la produzione scientifica e letteraria.

Eppure, i buoni propositi non sono mai mancati. In una corrispondenza al “Touriste”, nell’aprile del 1873, dopo aver raccontato la leggenda del diavolo e del ponte, conclude: “Conto di riservare questa leggenda per un’opera, che non potrò, probabilmente, mai pubblicare, avente come titolo Storia della Valle d’Aosta senza documenti autentici ma attraverso le leggende e le tradizioni popolari”

Qualche mese dopo, ritorna sul problema, parlando della valle del Lys: “Mi restano ancora tante cose da dirvi, tutto è ancora da scrivere sugli usi e costumi della Valle d’Aosta: il processo di Perloz, le pretese e i complimenti di Lillianes, il bracconaggio amoroso di Fontainemore, i grandi progetti di Issime, i nasi e gli inverni di Gaby, le temperature relative del paese e degli abitanti di Gressoney, le emigrazioni, ecc.”

Questa frase, estremamente allusiva, è oggi in buona parte oscura perché il Gorret non ha mai scritto ciò che conosceva.

Verso la fine della sua vita, vecchio e ammalato, ospite del priorato di Saint-Pierre, dove gli si proibiva perfino di parlare con i giovani preti di passaggio, ritornerà con vigore sulla necessità di raccogliere tutto il possibile sulle tradizioni alpine: « Lasciamo da parte la geologia, la botanica e le altre scienze, che possono sempre essere un piacevole diversivo, ma che coi i loro nomi greci e latini, sempre un po’ barocchi, spaventerebbero le masse di turisti che li troverebbero un po’ barbari. Ci sono tante altre cose da imparare per conoscere la montagna: sono i costumi, i lavori quotidiani, le feste… Mi dispiace, ma i nostri antichi costumi tendono a sparire e il vecchio Queyras non sarà più riconoscibile quando gli abitanti si vestiranno come quelli di città. Il costume delle donne, che non emigrano, deve essere almeno conservato in fotografia: e quale turista, al giorno d’oggi, non è anche un po’ fotografo?»[5]

Un anno dopo, l’abbé Gorret muore nel suo ultimo rifugio di Saint-Pierre.

Ma le parole del Gorret non cadono nel vuoto. Dopo di lui un discreto movimento di folcloristi si fa strada: Tancredi Tibaldi con le sue Veillées Valdôtaines, Joseph-Siméon Favre con la raccolta di canti folclorici, Jean-Jacques Christillin con Le leggende della Valle del Lys.

Purtroppo, il Gorret non ci ha lasciato tutto quello che avrebbe voluto. Le sue testimonianze sugli usi e costumi valdostani vanno estrapolate da articoli sull’alpinismo e la grande opera articolata sulla cultura popolare valdostana che in molte occasioni aveva preconizzato resta da fare.

Ma se un padre nobile dell’etnografia valdostana ci dovesse essere, questi sarebbe senz’altro l’abbé Gorret, nobile figura di prete e di montanaro, amante dei monti, ma soprattutto rispettoso dei montanari.

Alcuni scritti dell’abbé Amé Gorret

1) Le Grand-Saint-Pierre, Tersiva et la Grivola, in “Feuille d’Aoste“, n° 34, 22 août 1865.

Lettre à M. [?]. Cogne, 11 août 1865. Firmata: L’abbé Gorret, vicaire de Cogne.

2) Ascension du Mont-Cervin, in “Feuille d’Aoste“, n° 41, 43 et 44; 10, 24 et 31 octobre 1865.

Questa relazione sulla famosa prima ascensione al Cervino dalla via italiana, venne pubblicata in seguito su diverse riviste staniere, tradotta in altrettante lingue. Firmata Abbé Gorret Amé, come amava essere chiamato.

3) Ascension de la Pointe Garin sur Cogne, in “C.A.I”, n° 7 (1867), pp. 48-50.

Valgrisanche (s.d.). Signée: Abbé Gorret Amé, vicaire de Valgrisanche.

4) Quelques courses en Valgrisanche, in “C.A.I.”, n° 9 (1867), pp. 161-165.

Lettera a M. J.-B. Rimini. Valgrisanche (s.d.). Firmata: Abbé Gorret, vicaire de Valgrisanche.

5) Ascension de la Becca de l’Aouille (Aiguille) (Valgrisanche), in “C.A.I.”, n° 9 (1867), pp. 165-167. Valgrisanche, 15 juin 1867. Firmata: Abbé Gorret, vicaire de Valgrisanche.

6) La Grande-Jorasse et le Grand-Paradis, in “Feuille d’Aoste”, n° 33, 18 août 1869.

Lettre à la Direction de la Feuille d’Aoste. Firmata: Abbé Gorret Amé.

7) Excursion sur le glacier de Rhutor le 21 juillet 1868, in “C.A.I.”, n° 14 (1869), pp. 3-23.

Lettera a M. R.-H. Budden. Verrès, avril 1869. Firmata: Abbé Gorret Amé.

8) Ascension sur le Grand-Paradis, in “Feuille d’Aoste“, n° 39, 29 septembre 1869.

Lettera. Firmata: A. G.

9) Quelques scènes de la vie alpestre, in “Feuille d’Aoste“, n° 13, 30 mars 1870; riprodotta in “C.A.I.”, n ° 16 (1869), pp. 414-415, con il titolo: Dans les Alpes. Gressoney, le 26 février 1870. Signé: A. G.

10) [Les trois discours de Varallo].

[Préambule]; suivent Souvenirs d’un discours prononcé à Varallo à l’assemblée générale extraordinaire du Club Alpino Italiano, le 29 aout 1869 et encore Adieux à Varallo, 30 août 1869, in “C.A.I.”, n° 16 (1869) pp. 314, 333-335 et pp. 335-386.

11) Les Guides, in “C.A.I.”, n° 17 (1871), pp. 30-32. Discorso pronunciato a Domodossola al “Congresso Alpino“.

12) Biografia. Il canonico Carrel di Aosta. [il testo è in francese], in “C.A.I.”, n° 17 (1871), pp. 155-156. Valtournanche, le 12 décembre 1870. Signé: Abbé Gorret Amé.

13) De Châtillon d’Aoste à Domodossola, in “C.A.I.”, n° 18 (1871), pp. 236-261.

Valtournanche, avril 1871. Firmata: Abbé Gorret Amé.

14) Ascensions alpines, in “Feuille d’Aoste“, n° 37, 13 septembre 1871. Lettera alla “Feuille d’Aoste“. Valtournanche, 17 septembre 1871. Firmata: Abbé Gorret Amé.

15) Le sentier du Grand-Tournalin, in “C.A.I.”, n° 20 (1873), p. 336. Firmata: “Un Membre du Club”.

16) Ascension de la Becca-Torcé, in “C.A.I.”, n° 20 (1873), pp. 336-339. Châtillon, 14 août 1872. Firmata: Amé Gorret.

17) Ascension au Mont-Giron (Vallée d’Aoste), in “C.A.I.”, n° 20 (1873), pp. 339-340. Firmata: Amé Gorret.

18) Courrier de la Vallée d’Aoste. Recueil L. Maquignaz, I, (désormais RM, I). (s.n. et s.d.). Petit-Saint-Bernard, 6 décembre 1872. Lettera al Direttore de “Le Touriste“. Firmata: A.G.

19) L’Agriculture au pied des Alpes. RM, I (s.n. et s.d.). Firmata: Un Voyageur.

20) Club Alpin d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Firmata: Un Membre du Club Alpin Italien.

21) Escalades dans les Alpes. RM, I (s.n. et s.d.). Firmata: Un Voyageur.

22) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 6 janvier 1873. Firmata: A.G.

23) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 19 janvier 1873. Firmata: A.G.

24) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 31 janvier 1873, Firmata: A.G.

25) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 4 février 1873. Firmata: A.G.

26) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Du Val d’Hellex, 1873.

Lettera al Direttore de “Le Touriste“. Firmata: Ortger [Gorret].

27) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Fontainemore, 6 mars 1873. Firmata: A. G.

28) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Firmata: A.G.

29) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 18 mars 1873. Lettera a “Le Touriste”. Firmata: A.G.

30) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 16 avril 1873. Firmata: A. G.

31) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.).Lillianes, 27 avril 1873. Firmata: A.G.

32) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). 134. Perloz, 6 mai 1873. Firmata: [?].

33) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Gressoney-La-Trinité, 28 mai 1873.

34) Lettera a “Le Touriste“. Signée: A.G. 34) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.).

Lillianes, 5 juillet 1873. Firmata: A. G.

35) Courrier de la Vallée d’Aoste.. RM, I (s.n. et s.d.). 20 août 1873. Lettera a “Le Touriste”. Firmata: A.G.

36) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). 20 septembre 1873. Firmata: A.G.

37) Le Château d’Issogne. RM, I (s.n. et s.d.). Val d’Aoste, 4 octobre. Firmata: A. G.

38) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 28 octobre 1873. Lettera al Direttore de “Le Touriste“. Firmata:

39) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Vallée d’Aoste, 14 novembre 1873. Firmata: Mintolé Retrog [Gorret].

40) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Val d’Aoste, 21 novembre 1873. Firmata: Le Châtelain de Tarambel.

41) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Lillianes, 26 novembre 1873. Firmata: A.G.

42) Un bon guide italien. [Joseph Maquignaz], in “C.A.I.” n° 21 (1873), pp. 52-53. (non firmata).

43) Ascension du Mont-Néri ou Néristhorn sur Issime, le 2 octobre 1873, in “C.A.I.”, n° 22 (1874), pp. 296-306. Lillianes, octobre 1873. Firmata: Abbé Gorret Amé.

44) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). 14 janvier 1874. Lettera al Direttore de “Le Touriste”. Firmata: Hercule Souhait.

45) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). 23 février 1874. Firmata: Un Crétin de la Vallée d’Aoste.

46) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Val d’Hellex, 6 mars 1874. Firmata: L’Ours de la Montagne.

47) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). Val d’Hellex, 16 mars 1874. Firmata: Le Compère des Bouquetins.

48) Courrier de la Vallée d’Aoste. RM, I (s.n. et s.d.). 17 mars 1874. Firmata: Groter [Gorret].

49) Lettera al Direttore de Le Touriste. Recueil L. Maquignaz II (désormais RM, II), (s.l. et s.d.). Petit-St-Bernard, 20 mai 1875. Firmata: Gustave Flaute.

50) Les goîtres et les crétins, RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: Oreste Saimoa.

51) Comment on fait les Guides. RM, II, Le Touriste 20 août 1876. Non firmata.

52) Comment on fait la polémique. RM, II (s.l. et s.d.). Rochers Valdôtains, 13 septembre 1876. Firmata: Oreste Saimoa.

53) Le Grand-Tournalin, in “C.A.I.”, n° 26 (1876), pp. 188-197. Lettre au baron Claude Bich. Perloz, Ie mai 1876. Firmata: Abbé Gorret Amé membre honoraire de la section d’Aoste.

54) Mont-Favre, in “C.A.I.”, n° 28 (1876), pp. 399-417.

Lettre à M. Baretti. Perloz, le 22 août 1876. Firmata: Abbé Gorret Amé. Membre honoraire du Club Alpin Italien. Section d’Aoste.

55) Guide illustré de la Vallée d’Aoste, en collaboration avec le baron Claude Bich. Turin, Casanova, 1876, p. 432. Deuxième édition, ibidem 1877, pp. XII-440. Troisième édition, Aoste, Imprimerie ITLA, 1965, pp. XII-414.  Contiene una dedica di Gorret: À mes collègues du Club Alpin d’Aoste, datata Perloz, juin 1876 (pp. XI-XII). Firmata: L’Abbé Gorret Amé. Membre honoraire du Club Alpin Italien.

56) Victor-Emmanuel sur les Alpes. Notices et Souvenirs, Turin, Casanova, 1878. Deuxième édition, ibidem, 1879. Réédition anastatique de la lère édition, Bologna 1972. Préface du baron C. Bich avec dédicace à R.H. Budden.

Contiene una dedica di Gorret: à mes collègues du Club Alpin d’Aoste, datée de Perloz, juin 1876 (pp. XI-XII). Firmata: L’Abbé Gorret Amé. Membre honoraire du Club Alpin Italien.

57) Travaux de M. Baretti, in “Feuille d’Aoste“, n° 41, 9 octobre 1878. Lettera al Direttore concernente gli studi geologici di M. Barretti. Firmata: L’Abbé Gorret Amé.

58) Excursion au Mont-Fallère le 21 août 1879, in C .A .I. n° 43 (1880), pp. 401-427.

Lettre à Monsieur le Chevalier Abbé P.Chanoux, Recteur de l’Hospice du Petit-Saint-Bernard, 20 décembre 1879. Firmata L’abbé Gorret Amé, altrimenti detto l’Ours de la Montagne.

59) De St-Christophe en Oisans à la Grave par le glacier du Mont de Lans, in “Rivista Alpina Italiana”, III, 4 aprile 1884, pp. 40-42. Firmata: L’Abbé Gorret Amé. Membre honoraire du C.A.I.

60) Sur la pomme de terre. Lettre d’un ermite in “Feuille d’Aoste” n° 48, 2 décembre 1885. Lettre au Rédacteur de la “Feuille d’Aoste“. Firmata: L’Ermite de Saint-Jacques.

61) Brusson station d’été, Turin, Casanova, 1886, pp. 31. Dedicata al notaio Frédéric Obert, Saint-Jacques d’Ayas, 1886.

62) Un peu de tout, in “Feuille d’Aoste” n° 6, 10 février 1886. Lettre au Rédacteur de la “Feuille d’Aoste“. Firmata: l’Ermite de Saint-Jacques

.63) Illustration de la Vallée d’Aoste in Feuille d’Aoste N° 18, 5 mai 1886. Firmata: l’Ermite de Saint-Jacques.

64) Un peu de tout, in “Feuille d’Aoste” n° 28, 14 juillet 1886, Lettera al redattore de la Feuille d’Aoste. Firmata: l’Ermite de Saint-Jacques.

65) Correspondance de Saint-Jacques in Feuille Aoste N. 36, 8 septembre 1886. Lettera al Redattore de la “Feuille d’Aoste” Firmata: l’Ermite de Saint -Jacques.

66) Un peu d’histoire valdôtaine, in “Le Valdôtain N° 5”, 1er février 1888. Firmata: l’Ours de la Montagne

67) Napoléon Iier et le Grand-Saint-Bernard, in “Le Valdôtain N. 47-48“, 21-28 novembre 1888. Firmata: Taleuk

68) Napoléon Iier et son muletier sur la route du Grand-Saint-Bernard, in “Le Valdôtain N.49-50“, 5-12 décembre 1888. Firmata:Taleuk

69) Sur les cols et les glaciers, in “Le Valdôtain” n° 18, 30 avril 1889. Firmata: L’Ours de la Montagne.

70) Correspondance, in “Le Valdôtain” n° 9, 26 février 1890. Firmata: L’Ours de la Montagne, con una breve risposta della Redazione firmata: L’Ours-polaire.

71) Correspondance, in “Le Valdôtain” n° 23, 24; 4, 11 juin 1890. Lettera alla Direzione de “Le Valdôtain“. Saint-Jacques des Allemands, sur Ayas (s.d.). Firmata: Pour le Comité, L’Ermite de Saint-Jacques.

72) Correspondance, in “Le Valdôtain” n° 21, 29 mai 1891. Firmata: L’Ours de la Montagne.

73) L’Ermite de St-Jacques contre le divorce, in “Le Valdôtain” n° 17, 23 avril 1892. Firmata: L’Ours de la Montagne.

74) Le divorce à Montecitorio, in “Le Valdôtain” n° 19, 6 mai 1892. Signé: Taleuk.

75) Une promenade à Gressoney, in “Le Valdôtain” n° 26, 24 juin 1892. Lettera al Direttore de “Le Valdôtain“. Firmata: Oreste Saimoa.

76) Mouche du Coche, in”Le Valdôtain” n° 45, 4 novembre 1892. Firmata: Taleuk qui paie sans pouvoir voter.

77) Le syndic électif, in “Le Valdôtain” n° 1, 6 janvier 1893. Lettera al Redattore de “Le Valdôtain”. Firmata: L’Ermite de Saint-Jacques.

78) Encore sur le syndic électif, in “Le Valdôtain” n° 3, 20 janvier 1893. Lettera al Redattore de “Le Valdôtain“. Datée “De mon ermitage, le 11 janvier 1893”. Firmata: L’Ermite de Saint-Jacques.

79) Correspondance importante, in “Le Valdôtain” n° 31, 4 août 1893. Firmata: L’Ermite de Saint-Jacques.

80) “Guida illustrata della Valle di Challant o d’Ayas, en collaboration avec Giovanni Varale“. Biella, Tipografia Commerciale 1899, pp. XXII-86.

81) Ethnographie alpestre, in “Revue Alpine“, Lyon, XII (1906), pp. 102-103.

Lettre à la “Revue“. Prieuré de Saint-Pierre en Châtel-Argent (Vallée d’Aoste), 15 février 1906. Firmata: Abbé Amé Gorret (L’Ermite de Saint-Jacques).

82) Dans la Vallée de Cogne, in “Revue Alpine“, Lyon, XII (1906), pp. 166-169. Prieuré de Saint-Pierre, en Châtel-Argent, (Vallée d’Aoste) avril 1906. Firmata: Abbé Amé Gorret, l’Ours de la Montagne.

83) “À propos de la langue française dans nos écoles élémentaires“, in “Duché d’Aoste” n° 44, 31 octobre 1906. Lettera al Redattore. Saint-Pierre en Châtel-Argent, 25 octobre 1906. Firmata: L’abbé Gorret Amé dit l’Ours de la Montagne.

84) De nouveau à propos de la langue française, in “Duché d’Aoste” n°46, 14 novembre 1906. Lettre au Directeur du “Duché d’Aoste“. Firmata: L’Abbé Gorret Amé dit l’Ours de la Montagne.

85) Aegri somnia, in “Revue Alpine“, Lyon, n° 7 (1907), pp. 305-306. Saint-Pierre-en-Châtel-Argent (Aoste, Italie). Firmata: L’Ours de la Montagne.

86) Lettre au Rédacteur de l”`Écho “. RM, II (s.d.). Firmata: L’Abbé Gorret Amé.

87) Les Fastes du Mont-Blanc. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: L’Abbé Gorret Amé.

88) Littérature Alpine. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: Oreste Saimoa.

89) Les Fastes du Mont-Blanc. RM, II (s. l. et s.d.). Firmata : L’Abbé Gorret Amé.

90) La question monétaire. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: A.G.

91) Un autre guide de la Vallée d’Aoste. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: L’Abbé Gorret Aimé. Recteur de Saint-Jacques d’Ayas.

92) La contrebande obligatoire. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: Un Valtornein.

93) La villégiature en famille. RM, II (s.l. et s.d.). Firmata: Ruricola.

Notes

Notes
1 Dal verbale della seduta, in “Bollettino del CAI”, N. 16, 1869.
2 I tre discorsi di Varallo, in “Bollettino del CAI”, N. 16, 1869.
3 Aimé Gorret, Autobiographie, in Autobiographie et écrits divers. È sotto questo titolo che nel 1987, Lin Colliard, su domanda dell’amministrazione comunale di Valtournenche, raccoglierà i suoi numerosi scritti sparsi su varie riviste, l’autobiografia allora inedita ed un’ampia nota bio-bibliografica. Un secondo volume, pubblicato con il succitato, Maximes et aphorismes raggruppa riflessioni, citazioni e tutti i principali scritti sull’abate.
4 Casanova, Torino, 1878