in Lo carnaval de Chouelèy, Imp. Duc, 1995

Le origini del carnevale di Sorreley, come quelle della maggior parte delle manifestazioni carnevalesche tradizionali, si perdono nella notte dei tempi e purtroppo la documentazione è carente. Residuo di feste antichissime, legate al ritorno della primavera e alla ripresa dei lavori agricoli, il carnevale è sempre stato, nella migliore delle ipotesi, tollerato dalle autorità civili e religiose ed è forse questa la spiegazione del fatto che, in Valle d’Aosta, non si trovano praticamente documenti antichi che ne testimonino l’origine e lo svolgimento. Per secoli, fino al IVe della nostra era, il carnevale è coinciso con l’inizio dell’anno, quando la popolazione sentiva la necessità di esorcizzare, per eliminarli, tutti gli avvenimenti negativi dell’anno passato e di determinare positivamente, per quanto possibile, gli avvenimenti dell’anno incipiente.

Il carnevale di Sorreley è uno dei carnevali della “Combe Froide” (valli del Gran San-Bernardo) dai quali si differenzia in alcuni particolari secondari. Le maschere principali sono:

  • Le landzette: Maschere che portano una sorta di redingote variopinta e arricchita di lustrini, specchietti e perline. Le landzette portano un pittoresco cappello a forma trapezoidale, hanno una coda di cavallo in mano che usano per stuzzicare gli spettatori e dei sonagli alla cintura. Sfilano a coppie dello stesso colore seguendo la guida con la bandiera e i joueur (musicanti).
  • Lo viou é la vieille: Il vecchio e la vecchia. Personaggi antichissimi che animano la sfilata con i loro litigi e le loro (tentate) infedeltà.
  • L’ors é lo donteur: L’orso e il domatore. Dove il domatore cerca inutilmente d’impedire all’orso di stuzzicare gli spettatori. Malgrado le bastonate e gli accapigliamenti col domatore, l’orso riesce in genere ad abbracciare qualche spettatore (o più sovente spettatrice).

Le ragazze in costume completano il gruppo e animano le danze. Altri personaggi (il diavolo, gli infermieri, la demouasella é le-s-arlequeun, ecc…) possono aggiungersi al gruppo.

Questa manifestazione, apparentemente spontanea, segue delle regole precise e necessita di una lunga organizzazione assicurata da un Comitato. Il gruppo delle maschere segue un itinerario prefissato e, preceduto dai musicanti (joueur), danzando e scherzando con la popolazione, rende visita a tutte le case. Qui la gente accoglie il gruppo offrendo da bere e da mangiare; le maschere suonano e danzano in onore dell’ospite e si fanno riconoscere togliendosi la maschera. Il giro continua fino ad esaurimento. L’ultima domenica, il comitato organizzatore offre a tutti i convenuti il minestrone, salsicce, formaggi e vino a volontà. Il finanziamento della manifestazione, oltre ai contributi spontanei della popolazione, proviene da una pesca di beneficenza.

A Sorreley, attualmente, il carnevale si svolge a due riprese: due domeniche prima della domenica grassa si fa nelle frazioni di Veynes e Maillod, il sabato e la domenica precedenti la domenica grassa nelle restanti frazioni. Un gruppo di teatro, Le badeun de Choualèy, si è costituito nel 1992 e, in occasione del carnevale, recita in patois pezzi scritti dal gruppo stesso. Da alcuni anni, il gruppo risponde anche a parte dei numerosi inviti a rassegne carnevalesche, in Valle d’Aosta ed altrove, soprattutto in Piemonte.

Come già detto non esiste alcuna documentazione scritta sulle origini del carnevale di Sorreley. Gli anziani ricordano con nostalgia le manifestazioni carnevalesche attorno agli anni ‘30: un carnevale “povero”, sottolineano tutti, ma già con i principali personaggi attuali e con lo stesso rituale della visita a tutte le famiglie. L’accoglienza era sempre calorosa, anche se i “doni” erano modesti: un bicchiere di vino, qualche uova che sarebbero servite la sera per la patchocada (bevanda a base di vino, uova sbattute e zucchero) o una bella frittata.

Dopo una lunga interruzione, nel 1955 un gruppo di giovani di Sorreley decise di rilanciare l’antica tradizione. Furono acquistate delle landzette di seconda mano nella Valle del Gran San Bernardo dove la tradizione non aveva subito interruzioni e il carnevale riprese il suo corso. All’inizio erano una quindicina di landzette, con alcuni altri personaggi tradizionali (il dottore, lo viou é la vieille). Poi il numero delle landzette aumentò progressivamente e gli altri personaggi si aggiunsero (l’orso e il domatore, il diavolo, la damigella e gli arlecchini).

Attualmente il gruppo di Sorreley è probabilmente il più numeroso fra tutti e la manifestazione ha assunto delle dimensioni inimmaginabili all’inizio. La popolazione partecipa attivamente e l’accoglienza nelle case è divenuta una sorte di gara per offrire alle maschere cibi e bevande di tutti i tipi. Resta invariato il piacere di incontrarsi, di fare festa insieme secondo un rito antichissimo che ha saputo rinnovarsi per adattarsi ai tempi.